Un alfabeto immaginario
C’è qualcosa di affascinante nel disegno delle lettere e nelle loro forme. Ma come questi glifi potrebbero rappresentare le nostre identità? E che aspetto potrebbero avere?
Oggi conosciamo e siamo in grado di decodificare questi insiemi di segni grafici che chiamiamo alfabeti, e che ci hanno permesso di conservare per secoli la storia, le conoscenze e l’evoluzione delle civiltà.
Ma le lettere sono segni o simboli? E quali forme potrebbero avere e come potrebbero essere fatte delle nuove lettere? Siamo partiti da queste domanda nell’incontro-laboratorio che abbiamo tenuto per i ragazzi di SOUxOstuni, la Scuola di Architettura per bambini – la prima in Italia, la seconda al mondo – specializzata in attività educative dopo scuola, legate all’urbanistica, all’architettura e all’ambiente, alla costruzione di Comunità, ma anche all’arte, al design, all’agricoltura urbana e all’educazione alimentare.
In risposta al tema di quest’anno – Rendere possibile l’impossibile. L’utopia come orizzonte – l’idea è stata quella di inventare e creare un nuovo alfabeto, totalmente immaginario, dove le lettere potessero rappresentare una società ideale in cui libertà di pensiero e partecipazione siano i cardini di una vita comunitaria basata sui principi dell'uguaglianza e delle unicità.
Ci siamo domandati: quali forme potrebbero avere quindi le nostre lettere? E come potrebbe essere il nostro alfabeto? Se ogni segno tracciato da un essere umano riflette in qualche modo un’emozione, uno stato d’animo o un suo atteggiamento nei confronti della realtà che lo circonda, allora ognuno di noi può “inventare” una nuova scrittura e definire un mondo nuovo, in cui, come una lettera in un alfabeto, poter far parte di una comunità che lo rappresenti.
Abbiamo allora chiesto ai bambini di creare ognuno la propria lettera, unica, originale e mai vista prima, lasciando libero spazio all’immaginazione e alla creatività. E il risultato è stato sorprendente, divertente e arricchente al di sopra di ogni aspettativa.
Hanno risposto tutti con grande entusiasmo, e si sono messi da subito all’opera, chi cominciando dal disegno di una bozza, chi rovistando tra i materiali messi a disposizione, chi partendo in quarta con un’idea ben precisa in testa. A poco a poco le lettere hanno iniziato a prendere forma, ed è stato bello vederle alla fine, una accanto all’altra, dare vita a un alfabeto immaginario veramente unico.
Ci ha colpito la risposta, la creatività con cui i bambini si sono approcciati, trasformando semplici lettere in cavallucci marini, lingue irriverenti, veri e propri personaggi.
La cosa più bella è stata proprio osservare il loro approccio puro, e la capacità di non porsi limiti e di essere istintivi – una grande lezione che ci portiamo a casa.